Description
915. La battaglia del Garigliano: Cristiani e Musulmani nell’Italia medievale
Marco Di Branco storico e archeologo, ha insegnato Storia romana, Storia bizantina, Archeologia bizantina e Storia religiosa dell’Islam in molte università; attualmente è Marie Curie Fellow presso l’American University of Beirut e presso la Sapienza – Università di Roma. Tra i suoi libri: «Storie arabe di Greci e di Romani» (PLUS, 2009), «Alessandro Magno: eroe arabo del Medioevo» (Salerno, 2011), «Breve storia di Bisanzio» (Carocci, 2016) e «Il califfo di Dio» (Viella, 2017).
Indice
Introduzione
I. Descrizione di una battaglia
II. Tra la Sicilia e la «Terra grande»
III. Mercenari o «jihadisti»? Musulmani nel «Grande gioco»
IV. Un emiro a Bari
V. L’imperatore prigioniero
VI. I musulmani del mons Garelianus
VII. La montagna misteriosa
VIII. Il volto del nemico
Conclusione
Appendice
Note
Cronologia
Bibliografia
Indice dei nomi
Introduzione
Questo libro parla di una battaglia che non fu propriamente tale e che tuttavia, nella memoria storica dei posteri, è stata prima assimilata a una grande battaglia campale (come Cannae o Waterloo, per intenderci), poi quasi cancellata dal panorama degli eventi degni di essere ricordati. Ma, naturalmente, non parla solo di questo. Infatti, ormai sappiamo che gli eventi «sono come la schiuma della storia, bolle grosse o piccole che si spaccano in superficie, e scoppiando suscitano turbini che si propagano più o meno lontano»[1]. E dunque, partiremo dalla cosiddetta «battaglia del Garigliano» – combattuta, come vedremo, tra il giugno e l’agosto del 915 fra truppe islamiche e una lega di potenze cristiane che vide addirittura la partecipazione di un papa e di un celebre stratego bizantino – per tentare di ricostruire il tessuto sociale e il contesto politico, diplomatico, militare e culturale che fa da sfondo alla battaglia stessa: il grande evento avrà dunque il ruolo di cartina di tornasole del più ampio fenomeno della tentata conquista islamica dell’Italia, le cui vicende si snodano per tutto il corso del IX secolo. Si tratta di una storia scarsamente nota, soprattutto se paragonata a quella della presenza musulmana in Sicilia, a cui il grande arabista Michele Amari dedicò, più di un secolo fa, una monumentale monografia. Dei musulmani che «fecero l’impresa», guerreggiando, saccheggiando, imponendo la propria legge e fondando addirittura un grande emirato nel continente italiano, si sa davvero molto poco. Questo libro aspira a trasportare il lettore nella Penisola sotto attacco. Il racconto dell’evento-chiave della «battaglia del Garigliano» costituirà dunque l’occasione per ripercorrere le tappe principali dell’espansione musulmana nell’Italia continentale, con un occhio attento ai profili biografici e alle rappresentazioni ideologiche dei suoi protagonisti, ai luoghi ricchi di fascino in cui tale espansione ebbe ad attuarsi e ai complessi e inaspettati rapporti politico-diplomatici stabilitisi tra occupanti ed élite locali. Ma prima di cominciare il nostro viaggio, è necessario riflettere su un’interessante aporia. In effetti, Ferdinand Gregorovius, autore di una celeberrima Storia di Roma nel Medioevo, considera la vittoria della «lega cristiana» sui musulmani del Garigliano «la più gloriosa impresa nazionale degli Italiani nel X secolo»[2].
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